Sembrava tutto pronto, invece il Ministero dell’Economia francese ha annunciato che l’entrata in vigore dell’obbligo di fattura elettronica e di e-reporting anche per le imprese private, la cui prima fase era prevista per luglio 2024, è posticipato a data da destinarsi. Il tema sarà oggetto di discussione durante l’autunno e il nuovo piano dovrebbe essere definito con la prossima legge finanziaria.
Ciononostante, si tratta solo di un rinvio di un passaggio inevitabile: è importante e indispensabile quindi per tutte le imprese che operano con fornitori e clienti al di fuori dei confini italiani mantenersi aggiornati sugli sviluppi che stanno interessando Paesi europei e non, in materia di fattura elettronica e di e-reporting. Proviamo ad avere una visione d’insieme e quindi successivamente andiamo ad analizzare i passaggi dei nostri cugini d’oltralpe.
Abbiamo già affrontato in altre occasioni la proposta europea nota come VIDA (VAT in the digital age), che è destinata a dare un forte impulso all’introduzione della fattura elettronica obbligatoria attraverso una serie di misure che si prevede di attuare tra il 2024 e il 2028, salvo proroghe che non sono da escludere e che potrebbero far slittare alcune scadenze. La proposta, mentre introduce l’obbligo di utilizzare la fattura elettronica nelle transazioni B2B intracomunitarie, elimina anche alcuni paletti burocratici che fino a oggi hanno frenato l’adozione della fattura elettronica nelle transazioni domestiche.
Accanto a questa manovra europea, devono essere ricordate le diverse azioni che alcuni Paesi stanno predisponendo proprio al fine di implementare la fattura elettronica a livello B2B, oltre che B2G. Tra queste appunto la Francia, che introdurrà il mandato a partire dal 2024. Abbiamo trattato questi aspetti in modo diffuso nel nostro articolo dedicato alla fattura elettronica in Europa, dove abbiamo fornito una panoramica delle roadmap delineate dai principali paesi europei.
È chiaro, dunque, che la direzione dell’Europa è quella di estendere progressivamente l’utilizzo della fattura elettronica, in modo da poter incrementare il grado di digitalizzazione dei processi di business e di procurement. Uno dei principali obiettivi, ribadito anche dalla proposta ViDA, è ottenere un maggiore controllo anche rispetto agli adempimenti legati all’IVA e contrastare le frodi fiscali.
È comprensibile che il primo step intrapreso in molti paesi europei sia stato nei confronti delle pubbliche amministrazioni, poiché si tratta di realtà che innescano potenti e complessi cicli di spesa e rispetto ai quali le esigenze di tracciabilità e trasparenza sono particolarmente importanti e pressanti. Allo stesso tempo, però, l’introduzione della fatturazione elettronica anche nei rapporti tra privati, dove si è verificata, ha portato benefici tutt’altro che trascurabili. Citando l’esempio del nostro Paese, si stima che grazie all’introduzione della fattura elettronica il gettito IVA nel 2020 sia aumentato di circa 3,5 miliardi.
Oggi, appunto ci concentriamo nello specifico sui recenti sviluppi annunciati in Francia. Fino ad ora era presente solamente l’obbligo in ambito B2G ma ora la roadmap anche in ambito B2B è stata tracciata e il paese è pronto a partire.
Cosa prevede l’obbligo di fattura elettronica in Francia
La Francia è stata uno dei primi Paesi ad attivarsi, già nel 2014, per recepire la direttiva 2014/55. A partire dal 2017, lo stato francese ha intrapreso un percorso graduale per estendere progressivamente l’utilizzo della fattura elettronica a tutti i fornitori delle pubbliche amministrazioni, a cominciare dalle aziende di maggiori dimensioni.
Dal punto di vista tecnico, la Francia presenta un formato di fattura elettronica sviluppato in collaborazione con le istituzioni tedesche, il Factur-X, pienamente compatibile con ZUGFeRD. Il formato è basato sullo standard europeo CII- Cross Industry Invoice; quindi, è conforme allo standard EN 16931.
Sulla scia del percorso intrapreso già dall’Italia e da altri Stati membri dell’UE, la Francia recentemente ha manifestato l’intenzione di estendere progressivamente l’obbligo della fattura elettronica anche a tutte le transazioni B2B. Infatti, già dal giugno 2014, il governo francese ha attuato l’ordinanza n. 2014-697 che impone ai fornitori della Pubblica Amministrazione di emettere tutte le loro fatture in modalità elettronica, per qualsiasi tipo di bene e servizio fornito al settore pubblico. I risultati e i benefici visti in Italia e anche in altre realtà, primi fra tutti i paesi dell’area LATAM, a seguito dell’introduzione della fattura elettronica obbligatoria anche nel settore privato, hanno incentivato il governo francese a percorrere anch’esso questa strada. Coerentemente con queste esperienze, la Francia si aspetta di acquisire un maggiore controllo rispetto all’adempimento degli obblighi fiscali da parte dei contribuenti, riducendo l’evasione fiscale e in particolare massimizzando l’indotto dell’IVA. Contestualmente, gli obiettivi sono di efficientare i processi, rendendoli più rapidi, automatizzati e trasparenti possibile, e favorire la digitalizzazione delle imprese.
Più del dettaglio, la proposta elaborata non contiene uno, ma due obblighi:
- L’introduzione della fattura elettronica in ambito B2B, prevista inizialmente a partire da luglio 2024 e ora posticipata a data da definirsi;
- L’introduzione di un sistema di e-Reporting
I passaggi per il prossimo futuro
L’iter per l’implementazione integrale dell’obbligatorietà della fatturazione elettronica in Francia, come detto, sarebbe dovuto cominciare nel 2024 per concludersi poi nel 2026, secondo un calendario che fino a poco tempo fa si presentava in questo modo:
- Obbligo, per tutte le aziende, di essere in grado di ricevere fatture elettroniche a partire da luglio 2024; per le imprese di grandi dimensioni, obbligo di emettere solo fatture elettroniche verso i propri clienti business;
- Dal 1° gennaio 2025, estensione dell’obbligo anche le medie imprese.
- Infine, dal 1° Gennaio 2026 estensione dell’obbligo a tutte le piccole imprese rientreranno nell’ambito di applicazione del mandato.
Come abbiamo detto, però, tutte le date sopra indicate subiranno uno slittamento e verranno sostituite da un nuovo calendario che dovrà essere definito dal governo francese nei prossimi mesi.
In base a quanto ha dichiarato di recente la DGFiP (Direction générale des Finances publiques), l’esistente piattaforma Chorus Pro, usata per gestire la fatturazione elettronica in Francia in ambito B2G subirà un aggiornamento per poter supportare anche la fattura elettronica B2B; tale piattaforma prenderà il nome di PPF (Portail Public de Facturation). Per inviare le fatture elettroniche a PPF, le aziende francesi si potranno appoggiare ad un terzo soggetto previsto dalla riforma, ovvero i PDP (Plateforme de Dématérialisation Partenaire), di fatto delle piattaforme messe a punto da aziende certificate.
L’obbligo di e-Reporting sarà supportato dalla piattaforma PPF: tramite l’e-Reporting, le aziende soggette all’assolvimento dell’IVA sul territorio francese dovranno comunicare i dati relativi alle transazioni B2B in ambito internazionale e alle transazioni B2C.
Le fatture elettroniche andranno compilate in tutti i campi obbligatori, oltre che quelli previsti dalle normative commerciali, inclusi i dettagli riguardanti le singole voci.
L’implementazione congiunta di fattura ed e-reporting permetterà di controllare l’attività degli operatori che consentirà:
- in primo luogo, attraverso l’incrocio automatizzato dei dati, di acquisire una maggiore efficacia sul fronte della lotta contro le frodi e sull’evasione Iva;
- raggiungere l’obiettivo di una maggiore semplificazione per le imprese, grazie alla riduzione degli oneri amministrativi, dei tempi di pagamento, oltre che una generale dematerializzazione dei processi.
Come funzionerà la fatturazione elettronica in Francia: il modello a Y
Il modello di fatturazione elettronica scelto dallo stato francese viene definito a “Y”. Le fatture, infatti, potranno transitare direttamente attraverso piattaforme private certificate, che faranno da intermediari verso la piattaforma pubblica. La piattaforma intermediaria sarà incaricata di estrarre i dati da inviare all’amministrazione fiscale, mentre la piattaforma pubblica potrà offrire direttamente alle imprese dei servizi di invio/ricezione delle fatture medesime, per quelle aziende o professionisti che non vogliano avvalersi di intermediari, gestendo in autonomia l’integrazione con la Piattaforma.
Ma come funziona questo sistema basato sullo schema a Y?
- Plateforme Publique de Facturation électronique (PPF): la piattaforma nazionale utilizzata per la Fatturazione Elettronica B2G, Chorus Pro, estenderà i suoi servizi all’implementazione del nuovo sistema Y, che include la gestione della fatturazione B2B e dell’e-Reporting. I flussi di dichiarazione dei documenti fiscali saranno tutti concentrati e inviati dalle piattaforme gestite dai provider per trasmetterli al servizio informatico della DGFiP.
- Plateforme de Dématérialisation Partenaire (PDP): le Fatture Elettroniche necessitano prima di essere convalidate da una figura certificata denominata Piattaforma di Dematerializzazione (Plateforme de Dématérialisation Partenaire). Questa figura agirà da soggetto terzo di fiducia, garantendo la validità dei documenti prima di inviarli sia agli altri PDP, sia alla piattaforma nazionale di fatturazione. Per diventare PDP, quindi gli intermediari, le aziende del settore tecnologico hanno l’obbligo di registrarsi presso il DFGiP e garantire il rispetto di specifici requisiti. Inoltre, i PDP devono essere in grado di generare le fatture in formati conformi.
- Il nuovo Annuaire: il governo francese ha predisposto questo registro centralizzato gestito per contenere i dati di identificazione delle aziende con l’intento di facilitare lo scambio delle fatture elettroniche tra le aziende private e il governo. Consente di identificare la piattaforma di fatturazione elettronica utilizzata dalle diverse aziende. L’Annuaire ha l’obiettivo di abilitare l’interoperabilità per tutti gli utenti, fornire informazioni accurate sul percorso e garantire la sicurezza e la tracciabilità delle informazioni contenute nel documento.
Cosa aspettarsi per il futuro?
C’è sicuramente da aspettarsi i benefici che si sono visti in Italia, anche se l’obbligo non generalizzato ma solo B2B e B2G non fa rendere al massimo l’utilizzo di uno strumento che da noi si è rivelato altamente efficace e ricco di benefici come
- Efficienza e razionalizzazione dei processi
- Cost saving
- Riduzione dei tempi di pagamento
- Sostenibilità ambientale e riduzione del carbon footprint