Negli ultimi decenni la digitalizzazione ha rivoluzionato numerosi settori, tra cui quello sanitario. Grazie all’avanzamento della tecnologia e all’adozione di soluzioni digitali innovative, il settore sanitario ha assistito a un profondo cambiamento nella gestione delle informazioni, nella diagnosi e nella cura dei pazienti.  

In questo articolo, daremo una definizione di e-health e patient experience, analizzeremo lo stato della digitalizzazione del settore sanitario, e vedremo nel dettaglio come la digitalizzazione dei processi può migliorare l’efficienza dei servizi offerti ai pazienti e la qualità delle cure.

 

Digitalizzazione del settore sanitario: cosa si intende per e-health e patient experience?

L’e-health è una realtà conosciuta da tempo che, soprattutto dopo il 2020, ha mostrato una crescita eccezionale sia sul piano economico che delle soluzioni offerte ai pazienti.

L’e-health, di cui avevamo parlato già in un precedente articolo del nostro blog, è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “l’utilizzo della tecnologia (digitale e non) per migliorare la salute e il benessere umano e per potenziare i servizi del sistema sanitario nazionale. 

Il concetto di e-health, dunque, racchiude molteplici settori e aspetti diversi dell’healthcare che vanno dalle tecnologie a servizio della cura dei pazienti, a tutti quei processi amministrativi che possono essere digitalizzati per risparmiare tempo e risorse in favore della patient experience.

Cos’è la patient experience?

L’Agency for Healthcare Research and Quality (AHRQ) definisce la patient experience come la gamma di interazioni che i pazienti hanno con il sistema sanitario, inclusa l’assistenza fornita dai piani sanitari, dai medici, dagli infermieri e dal personale di ospedali. L’esperienza del paziente comprende diversi aspetti dell’erogazione dell’assistenza sanitaria a cui i pazienti prestano molta attenzione quando cercano e ricevono le cure, come la puntualità degli appuntamenti, la facilità di accesso alle informazioni e la buona comunicazione con gli operatori sanitari.

Digitalizzare ogni interazione che i pazienti hanno con il sistema sanitario influisce positivamente sulla patient experience complessiva perché contribuisce a ridurre tempi di gestione dei processi, a veicolare comunicazioni in modo più chiaro e rapido, ad avere accesso in tempo reale alle informazioni dei pazienti e tutto questo di traduce in maggior tempo dedicato all’assistenza e alla cura.   

Ne è un esempio il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) “lo strumento attraverso il quale il cittadino può tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola in maniera sicura ed efficiente con gli operatori sanitari. La condivisione dei dati clinici consente una migliore prevenzione e cura dei pazienti, garantendo i servizi essenziali per un’offerta di prestazioni di sanità digitale omogenea e uniforme su tutto il territorio nazionale”. (fonte: Dipartimento per la Trasformazione Digitale)

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Fascicolo Sanitario Elettronico e Telemedicina: i prossimi obiettivi per una sanità digitalizzata

Nonostante la digitalizzazione offra numerosi vantaggi sia per operatori del settore che per i pazienti, la strada da percorrere è ancora molto lunga e l’adozione degli strumenti digitali in Italia è molto frammentata.  

Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, solo il 12% dei cittadini ha utilizzato il fascicolo sanitario elettronico e il 62% non ne ha mai nemmeno sentito parlare 

Inoltre, circa l’80% delle regioni ha meno del 50% dei documenti indicizzati e il caricamento avviene con dati non strutturati e standard differenti, impedendo così l’interoperabilità tra sistemi sanitari regionali. (fonte: La Stampa)

Per questo motivo, l’obiettivo della Missione 6 “Salute” del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è proprio quello di rendere le strutture italiane più moderne, digitali e inclusive e di uniformare opportunità e standard di servizi su tutto il territorio nazionale.  

Nello specifico, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale lavorerà in sinergia con il Ministero della Salute per il raggiungimento di due obiettivi principali:  

  • Il potenziamento del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), per garantirne la diffusione su tutto il territorio nazionale. Secondo quanto previsto, l’85% dei medici di base adotterà il Fascicolo entro la fine del 2025 e tutte le Regioni e Province Autonome lo utilizzeranno entro metà del 2026. 
  • La promozione e lo sviluppo di nuovi progetti di telemedicina per l’assistenza a distanza da parte dei sistemi sanitari regionali: si prevede un’assistenza di oltre 200 mila pazienti entro il 2025. (fonte: Dipartimento per la Trasformazione Digitale)

I dati attuali e gli obiettivi del prossimo futuro parlano chiaro: la trasformazione tecnologica non può essere una scelta, ma la chiave per offrire una patient experience di alta qualità e per creare un ecosistema sanitario digitale a misura di paziente.
Quali sono, dunque, gli investimenti a cui non si può rinunciare per mettere in atto la digitalizzazione del settore sanitario?

Digitalizzazione del settore sanitario: cosa non può mancare

Durante l’ultimo appuntamento del Doxee Digital Club, abbiamo parlato di sanità e digitalizzazione con Diego Lauritano, Direttore Services e Operation Management dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Orsola di Bologna, esplorando i principali ambiti di investimento tecnologico per le strutture sanitarie e i fattori da tenere in considerazione quando si parla di sistemi informatici sanitari.  

Per quanto riguarda gli strumenti a disposizione della cura dei pazienti, il raggio d’azione su cui si dovrebbe investire è davvero ampio, se non infinito.  

Si passa, infatti, dalle attrezzature diagnostiche, alla robotica chirurgica, all’intelligenza artificiale per l’analisi di dati e immagini e per lo sviluppo di nuovi prodotti.  

Secondo una recente ricerca dell’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico di Milano, un terzo delle aziende che operano nella ricerca, sviluppo e produzione di beni legati alla salute, sta già investendo in terapie digitali. Analizzando nel dettaglio le previsioni per i prossimi anni risulta che:  

  • la robotica assistiva, che supporta le persone con disabilità o limitazioni fisiche, e quella riabilitativa, in cui i robot vengono impiegati come elementi essenziali della terapia, si diffonderanno fra 5-10 anni; 
  • la medicina in silico, che fa riferimento a tecnologie e modelli matematici per l’uso clinico, si diffonderà fra più di 3 anni. (fonte: Osservatori Digital Innovation 

Per le attività che riguardano l’organizzazione aziendale, tutto quello che non è all’interno del singolo reparto, gli investimenti dovrebbero essere dedicati all’ICT, ovvero a piattaforme e interfacce informatiche, con l’obiettivo di rivoluzionare e dematerializzare tutti i processi aziendali 

In base a quanto è emerso durante il Doxee Digital Club, la conditio sine qua non per riuscire a trasformare digitalmente un’azienda sanitaria è il knowledge base, ovvero il sistema informatico di database. In mancanza di una corretta analisi della base dati, infatti, i processi aziendali non possono essere monitorati e segmentati correttamente.  

Avere degli strumenti digitali che permettono di standardizzare i processi aziendali contribuisce a migliorare il controllo delle informazioni, a ridurre gli errori, a favorire la collaborazione fra diverse aree e quindi ad avere più tempo per la cura dei pazienti. 

Tuttavia, anche per gli investimenti nell’ICT c’è ancora molto lavoro da fare. L’ultimo “Rapporto AGID sulla Spesa ICT nella Sanità territoriale italiana” evidenzia che gli investimenti per l’introduzione di soluzioni digitali e tecnologie data-driven sono ancora molto limitati: circa l’80% della spesa complessiva è destinata a mantenere e garantire il funzionamento dei sistemi esistenti 

La bassa concentrazione di progetti basati su Big Data, Intelligenza Artificiale e Cloud, che possono offrire numerosi vantaggi in termini di interoperabilità dei sistemi, modernizzazione delle architetture e miglioramento delle prestazioni, dimostra che il vuoto da colmare per la digitalizzazione del settore sanitario è ancora molto grande. (fonte: Rapporto AGID sulla Spesa ICT nella Sanità territoriale italiana)

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Obiettivo primario: il paziente al centro

Non dobbiamo dimenticare che, fra le tante opportunità che la digitalizzazione del settore sanitario offre, la più importante riguarda sicuramente la centralità del paziente 

Come abbiamo detto in un precedente articolo del nostro blog, la centralità del paziente può essere definita come la capacità e la volontà di mettere il paziente al primo posto e di creare per lui o per lei un ambiente aperto in cui fornire, nel modo più rispettoso e compassionevole possibile, la migliore esperienza e i migliori risultati (fonte: innovations.bmk.com).  

Strumenti come il fascicolo sanitario elettronico, le app di assistenza a distanza, i totem di accoglienza in ospedale, i CUP digitali, il tele monitoraggio, si rivelano ottimi alleati per realizzare l’obiettivo della centralità del paziente.

Ne è un esempio l’app “Easy Hospital” dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna di cui abbiamo parlato durante il Doxee Digital Club.

L’app nasce con l’obiettivo di offrire un sistema di navigazione outdoor tramite GPS e indoor mediante tecnologia eBeacon- BLE, ma non si limita a guidare il paziente all’interno del campus Sant’Orsola fino al luogo di erogazione della visita. Infatti, è capace di fornire informazioni riguardanti altri punti di interesse per il paziente, come i parcheggi, i padiglioni, il pronto soccorso etc.

Inoltre, ciò che rende quest’app un ottimo esempio di digitalizzazione della patient experience è che, una volta all’interno dell’ambulatorio, è in grado di verificare lo stato di pagamento della prestazione (se richiesto), di rilasciare un ticket virtuale e di inviare una notifica al paziente al momento del suo turno di visita.

È opportuno evidenziare che, per fare in modo che i pazienti si sentano davvero ascoltati e seguiti, l’utilizzo degli strumenti appena elencati deve essere supportato da comunicazioni chiare, immediate e personalizzate.

Pensiamo, per esempio, ai promemoria per gli appuntamenti, ai follow-up, agli inviti di screening di prevenzione. Tutte queste comunicazioni, spesso ancora cartacee, possono essere trasformate in comunicazioni digitali, personalizzate e interattive.

Se l’obiettivo primario è la centralità del paziente, ecco che una comunicazione personalizzata valorizza ancora di più la singola persona e consente di instaurare un vero dialogo one-to-one.

E perché renderla interattiva? Perché i pazienti si aspettano che la tecnologia digitale semplifichi non solo la comunicazione con gli specialisti, ma anche attività come prenotazioni di visite, pagamenti di ticket, invio di documenti e accesso ai referti. Attività che, attraverso comunicazioni personalizzate come Doxee Pvideo®, possono essere svolte con un semplice un click.

Conclusione

In sintesi, possiamo dire che i vantaggi della digitalizzazione del settore sanitario sono molteplici e toccano vari aspetti della medicina.

Le tecnologie digitali che abbiamo preso in considerazione, come l’intelligenza artificiale, la robotica, le app di telemedicina e gli strumenti di comunicazione stanno davvero trasformando l’assistenza sanitaria, migliorandone la qualità, l’efficienza e l’accessibilità.

La digitalizzazione del settore sanitario, dunque, è un percorso in continua evoluzione dal quale non si può tornare indietro ma solo andare avanti, e il cui unico obiettivo è quello di avere pazienti curati nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile.

Un obiettivo raggiungibile solo attraverso investimenti in tecnologie altamente innovative in grado di digitalizzare e semplificare i processi, sia dal punto di vista delle strutture sanitarie, che dal punto di vista dei pazienti.