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Editoria e trasformazione digitale: cosa significa essere un editore contemporaneo?

informazione digitale

Il settore editoriale è profondamente cambiato e continua a cambiare con la trasformazione digitale, orientandosi verso contenuti, formati, strumenti e mezzi di comunicazione digitali e più vicini alle esigenze dei lettori. Ma cosa significa oggi essere un editore? Quali sono le sfide principali del mondo dell’editoria e dell’informazione?  

Più volte abbiamo affrontato la questione del Digital Publishing sul nostro blog in questi ultimi due anni, complice anche la pandemia che ha notevolmente influenzato le abitudini di consumo e di intrattenimento delle persone. In questo articolo cercheremo di fare il punto della situazione e di capire come grandi e piccoli editori possono ridisegnare le loro strategie di business e dare vita a nuovi percorsi, nuove tipologie di contenuti e nuovi modi di fare informazione anche grazie all’uso dei dati.

Lo stato dell’arte dell’editoria digitale in Italia 

Come abbiamo già anticipato, la pandemia ha avuto un forte impatto sul settore editoriale e ha cambiato sia le abitudini dei lettori che i mezzi di distribuzione dei contenuti e i loro formati. Senza dubbio, il lockdown ha dato una forte spinta al comparto dell’editoria digitale, sia per quanto riguarda gli ebook che le digital news

Nel 2021, infatti, si è registrata una crescita della fruizione dei contenuti informativi digitali da parte degli utenti italiani: attualmente il rapporto è di circa 4 utenti su 5. Tuttavia, il tempo medio dedicato alla lettura delle news digitali è passato dai 29 minuti nel 2020 a 23 minuti nel 2022. Per quanto riguarda il mercato degli ebook, nel 2020 la spesa degli italiani era cresciuta del 35% rispetto all’anno precedente e nel 2021 ha registrato un lieve calo dell’8%. Dati che dimostrano un interesse da parte dei lettori verso il mercato digitale, influenzato anche dalle limitazioni legate all’emergenza sanitaria (fonte osservatori.net digital innovation). Il mercato digitale, dunque, è e sarà la vera grande opportunità che gli editori devono saper cogliere per affrontare la crisi del settore. 

Nei prossimi paragrafi vedremo quali sono i nuovi formati che stanno cambiando le logiche della creazione dei contenuti editoriali, con un focus sul comparto dell’informazione e dei media. Un comparto che deve affrontare sfide e trasformazioni costanti, in cui l’innovazione deve fare da protagonista.

I formati emergenti dell’editoria: un focus sull’informazione digitale 

Ciò che è emerso nel nostro recente live talk del Doxee Digital Club, parlando di editoria e informazione con Federico Luperi di Adnkronos, è il bisogno costante da parte degli utenti di essere informati. Ma se prima del digitale i contenuti informativi erano veicolati tramite stampa, radio, tv e non solo, con l’avvento di Internet e dei mezzi di comunicazione digitali tutto è cambiato.  

La necessità di essere informati ha iniziato a crescere di pari passo con l’aumentare delle possibilità di accesso alle notizie. Il mondo dell’editoria ha, quindi, dato vita a nuovi formati, oltre a quelli analogici, con cui fare informazione. Se ai loro esordi le news digitali ricalcavano quelle analogiche (con testi e immagini), ora assumono forme completamente nuove e multimediali.  

Secondo un’analisi condotta da Osservatori.net Digital Innovation, infatti, tra i formati più rilevanti e più apprezzati dai lettori troviamo il video e l’audio. 

Il video: un nuovo formato per l’informazione digitale  

Già nel 2018, il Rapporto sul Consumo di informazione di AGCOM, individuava il video tra i nuovi formati per la diffusione di notizie online. Con l’uso sempre più crescente dei social media, il trend non si è di certo arrestato.  

Per molti utenti, infatti, il video è diventato l’unico formato di fruizione delle notizie. Questo interesse ha spinto gli editori a realizzare delle sezioni dedicate all’interno dei siti web e ad affermare la propria presenza su piattaforme video come YouTube e social. La popolarità del formato video e l’impatto della trasformazione digitale sul comparto dell’editoria è confermata anche dal modo in cui le persone raccolgono le notizie sulla guerra. Notizie a cui, fino a qualche anno fa, si aveva accesso principalmente attraverso mass media come stampa e radio, e che oggi vengono veicolate anche attraverso i social.  

Ne è un esempio TikTok, oggi protagonista di questo cambiamento, divenuto uno dei mezzi principali attraverso cui le persone ottengono aggiornamenti sul conflitto in Ucraina (Source: Network Digital 360). 

L’informazione digitale passa anche dai podcast 

In un precedente articolo del nostro blog abbiamo parlato di video e podcast, affermando che possono e devono coesistere all’interno di una strategia di content marketing. La cosiddetta rivoluzione audio, ormai in atto da qualche anno, si sta prendendo il suo spazio anche nell’editoria digitale.  

Secondo l’Ipsos Digital Audio Survey 2021, il podcast ha continuato a generare molto interesse da parte degli utenti italiani e si sta avviando verso la fase di maturità. Un interesse che riguarda non solo i podcast di intrattenimento, ma anche quelli informativi. Nel 2020, infatti, gli ascoltatori di podcast informativi sono aumentati del 33% rispetto all’anno precedente (Source: Nielsen). Un trend che si conferma anche oltreoceano: secondo una recente indagine del Pew Research Center, circa il 23% degli americani, nella fascia di età fra i 18-29 anni, si informa attraverso podcast di stampo giornalistico. 

Questo nuovo comportamento ha spinto gli editori a rivedere la distribuzione dell’informazione digitale, sfruttando le opportunità offerte dai podcast. Ne sono un esempio Ansa Voice, il podcast realizzato dall’agenzia di stampa Ansa, Start del Sole 24 Ore, Corriere Daily del Corriere della Sera e Morning, il podcast offerto agli abbonati de Il Post.  

I video e i podcast stanno radicalmente cambiando il modo con cui le persone si informano ed entrano in contatto con il mondo dell’informazione; tuttavia, le sfide che un editore deve affrontare non si limitano alla scelta di nuovi formati.

 

 

Cosa vuol dire essere un editore contemporaneo: l’importanza dei dati 

Essere un editore digitale significa, dunque, realizzare contenuti in ottica multicanale, multipiattaforma e basati sugli interessi e le aspettative delle persone. Per fare questo, è fondamentale saper raccogliere e interpretare la crescente quantità di dati che il digital mette a disposizione. E infatti, è interessante analizzare come sono cambiati gli interessi e i comportamenti dei lettori e capire come gli editori devono riadattare le loro strategie di business.

 

 

News cartacee vs news digitali 

I dati del report annuale del Reuters Institute hanno evidenziato profonde differenze fra l’accesso alle news tramite i media tradizionali e quelli digitali. Se dal 2020 in poi la fruizione delle notizie cartacee non ha arrestato la sua discesa, i lettori di notizie digitali hanno continuato ad aumentare. Questo cambiamento ha avuto un forte impatto non solo sulle vendite, ma anche sul fronte dell’advertising.  

Per far fronte alle perdite dovute alla diminuzione delle vendite cartacee, gli editori hanno deciso di investire di più sul comparto digitale. Nel 2020, infatti, l’online advertising è aumentato del 7%, così come sono aumentate le attività di promozione dei servizi e dei prodotti a pagamento e in abbonamento. Tuttavia, molti lettori risultano ancora restii agli abbonamenti digitali e alla fruizione di servizi informativi a pagamento, basti pensare che, in Italia, solo il 13% degli utenti paga per leggere le news online. 

Il contenuto si adatta al device 

Un altro aspetto che gli editori devono tenere in considerazione nella creazione di nuovi contenuti è la tipologia di device con cui i lettori accedono alle notizie. L’utilizzo del mobile è un trend che cresce sempre di più e sembra non arrestarsi, anche in Italia e anche nel settore editoriale. Se nel 2013 rappresentava solo il 25%, oggi il mobile è il dispositivo più utilizzato per l’informazione digitale (68%), scavalcando il desktop (42%) e il tablet (16%) (Source: Reuters Institute). 

Adattare i contenuti editoriali o realizzare contenuti ad-hoc in base alle tipologie di device più utilizzate significa, oggi, essere attenti e consapevoli delle esigenze degli utenti ed essere in grado di offrire loro una migliore user experience. 

Le fonti d’informazione 

Un’altra novità su cui gli editori dovrebbero riflettere riguarda le fonti di informazione più apprezzate dai lettori. Da una parte troviamo la stampa cartacea che, come abbiamo già anticipato, dal 2013 a oggi ha subito un brusco crollo. Dall’altra troviamo i social media che hanno guadagnato spazio accanto alla tv e all’informazione online (siti web) e che oggi rappresentano il 48% delle principali fonti che i lettori prendono in considerazione. Secondo un recente rapporto dell’Osservatorio permanente Ital Communications-Censis, infatti, quattordici milioni di italiani utilizzano i social network come fonte informativa: circa il 31% (fra i 14-80 anni) utilizza Facebook, il 12,6% YouTube e il 3% Twitter.  

Tuttavia, i social e i mezzi di comunicazione digitali rappresentano un’arma a doppio taglio perché consentono anche la circolazione di fake news. 

L’attendibilità prima di tutto 

L’attendibilità è il fulcro attorno a cui deve ruotare il contenuto editoriale, digitale e analogico. Secondo il rapporto del Reuters Institute, la pandemia ha evidenziato l’importanza di leggere notizie attendibili e di affidarsi a fonti autorevoliL’attendibilità va di pari passo con la qualità delle informazioni. L’86% degli italiani ritiene che le notizie online debbano essere sottoposte a controlli più rigidi, per garantire la qualità dell’informazione (Source: Osservatorio permanente Ital Communications-Censis). 

L’84% degli italiani, infatti, preferisce informarsi su un evento politico o di cronaca dai canali di informazione tradizionali (es. quotidiani cartacei e online, radio e tv), perché li ritengono fonti più attendibili e sono certi che le notizie siano frutto del lavoro di giornalisti e professionisti del settore. Al contrario, non ripone la stessa fiducia nelle notizie diffuse attraverso i social. (Source: Osservatorio permanente Ital Communications-Censis). 

Gli editori ricoprono un ruolo fondamentale nella tutela dei lettori. Il loro obiettivo principale, quindi, deve essere quello di offrire contenuti informativi e strumenti validi ed essere fonti attendibili in grado di contrastare e smentire le fake news. 

Conclusione 

In questo articolo abbiamo visto come la trasformazione digitale sta cambiando il settore editoriale e il comparto dell’informazione e dei media. Un settore che vede ogni giorno l’introduzione di nuovi formati, mezzi di comunicazione, comportamenti e nuove esigenze dei lettori. La vera grande sfida per gli editori contemporanei consiste, infine, nel saper cogliere in tempo questi cambiamenti e ridisegnare le proprie strategie di business attraverso l’analisi dei dati.  

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