In un  nostro precedente articolo, abbiamo parlato di Peppol, che cos’è e come funziona la sua infrastruttura e in che modo può supportare le aziende e le pubbliche amministrazioni nella digitalizzazione dei processi di procurement.  

In questo contributo, però, vogliamo soffermarci sul rapporto tra fattura elettronica e Peppol e, in particolare, sul ruolo che Peppol ha dimostrato di poter ricoprire nella diffusione della fattura elettronica all’estero, grazie alle proprie caratteristiche. 

 

 

Quanto è diffuso Peppol? 

Dai tempi in cui era solo un progetto pilota nel 2008, Peppol è cresciuto fino a diventare un network profondamente strutturato, che coinvolge professionisti, imprese e pubbliche organizzazioni provenienti da ogni parte del mondo.  

Inizialmente, Peppol doveva rappresentare la soluzione per consentire gli scambi commerciali tra enti e aziende stabiliti in diversi stati dell’Unione europea. Doveva, quindi, costituire uno degli strumenti principali per realizzare la creazione di un mercato unico in Europa. 

Ma Peppol è stato capace fin da subito di attrarre l’interesse di altri Paesi, arrivando a diffondersi ben presto molto oltre i confini europei.  

Considerando i dati messi a disposizione da OpenPeppol, ovvero l’associazione senza scopo di lucro che gestisce il network, secondo l’ultimo aggiornamento di giugno 2022 si contano nel mondo 41 paesi aderenti alla rete Peppol 

Di questi, la maggior parte appartiene all’Unione Europea, come è naturale immaginare. Ma tra i Paesi non europei che hanno scelto di aderire al network troviamo presenze significative: Stati Uniti, Cina, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Messico, Svizzera, Regno Unito, Canada, India, Turchia, sono solo alcuni degli stati non europei che oggi partecipano alla rete Peppol.  

Naturalmente, tra i Paesi aderenti vediamo livelli di maturità eterogenei. A fronte di alcuni Paesi che presentano un numero molto elevato di Access Points (come Norvegia e Italia, attualmente in testa con oltre 50 Access Points accreditati ciascuna), ve ne sono altri che presentano quantità ridotte di Access Points. Questo può essere legato a molteplici fattori, quali la dimensione del Paese, il grado di diffusione e utilizzo della soluzione, la presenza o meno di service provider accreditati in grado di supportare il servizio.  

È evidente, quindi, che la rete Peppol si sta ampliando ed espandendo sempre più e con un ritmo costante. Spesso, questa crescita è incentivata anche dal fatto che diversi Stati hanno scelto Peppol come canale unico o preferenziale per la trasmissione delle fatture elettroniche B2G o B2B 

Tale approccio fa sì che aziende e pubbliche amministrazioni locali siano tenute a interfacciarsi con Peppol e ad adeguarvisi, ma questo non deve essere visto solo come un fastidioso adempimento in più a cui conformarsi: al contrario, può rivelarsi un prezioso booster per le aziende: la diffusione ormai globale di Peppol offre alle aziende che lo adottano un mezzo potente e interoperabile per abilitare le transazioni commerciali anche tra soggetti economici che risiedono in Paesi diversi, in un mercato destinato a diventare finalmente unico e interconnesso.  

Ecco perché l’adempimento normativo finalizzato all’adozione di Peppol può rappresentare per le aziende interessate un driver di innovazione e crescita, proprio come l’obbligo alla fatturazione elettronica in Italia ha contribuito alla crescita delle imprese italiane.  

Ma andiamo con ordine e vediamo allora quali sono i Paesi che hanno scelto Peppol come canale per la fatturazione elettronica. 

 

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Il legame tra fattura elettronica e Peppol 

In molti Paesi, in Europa e non solo, fattura elettronica e Peppol sono strettamente collegati. Infatti, molti hanno proprio scelto di partire da Peppol per implementare la fattura elettronica obbligatoria, o per incentivarne l’adozione.  

Belgio, Croazia, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Regno Unito (a livello delle amministrazioni centrali) sono tra i Paesi europei che hanno individuato Peppol come unica o prima scelta per gestire l’invio e la ricezione delle fatture elettroniche B2B.  

Ad eccezione dell’Irlanda, in cui la fattura elettronica B2G è ancora solamente facoltativa, in tutti gli altri Paesi che abbiamo elencato vige un obbligo totale o parziale che vincola le aziende fornitrici delle pubbliche amministrazioni a generare esclusivamente fatture elettroniche. Pertanto, tali aziende sono già pronte e avvezze a gestire gli scambi di fatture elettroniche tramite il network Peppol. Ciò significa anche che le aziende fornitrici estere che devono o vogliono inviare fatture elettroniche a tali pubbliche amministrazioni, devono attrezzarsi per gestire le fatture in formato Peppol, rivolgendosi a service provider abilitati e accreditati.  

Inoltre, proprio il Belgio si appresta ad introdurre nel prossimo futuro un obbligo di fatturazione elettronica anche in ambito B2B ed è probabile che lo farà sempre avvalendosi della rete Peppol, determinando quindi una diffusione ad ampio raggio tra le imprese del territorio.  

Alcuni Paesi, pur avendo messo a punto piattaforme e standard nazionali, supportano comunque la fatturazione B2G anche tramite Peppol. È il caso, ad esempio, di Austria, Germania, Slovenia. Anche in Italia è possibile, per i fornitori stranieri delle PA, inviare una fattura elettronica tramite Peppol: infatti, è già stata prevista una integrazione tra la rete Peppol e il Sistema di Interscambio (SDI) che consente il corretto transito e recapito delle fatture, nel rispetto dei requisiti richiesti dall’Agenzia delle entrate.  

E per i Paesi non europei?  

Anche all’estero sono diversi i Paesi che hanno preso la palla al balzo e hanno deciso di utilizzare Peppol per incentivare l’utilizzo della fattura elettronica o per introdurne l’obbligo.  

Singapore è stato il primo paese non europeo ad unirsi al network. Benché ad oggi la fattura elettronica sia ancora solamente facoltativa, sin dal 2020 lo stato di Singapore ha cercato di incentivarne l’utilizzo, focalizzando l’attenzione delle imprese sui benefici derivanti. In primis, benefici sul piano gestionale e organizzativo, poiché la fattura elettronica riduce drasticamente i tempi di elaborazione e determina inoltre una maggiore rapidità dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni contraenti. Inoltre, grazie all’utilizzo di Peppol le imprese singaporiane hanno visto un incremento nei commerci crossborder e in particolare con l’Australia, altro stato aderente alla rete. Ma in un primo momento, Singapore ha anche suscitato l’interesse delle imprese locali offrendo un incentivo economico, pari ad un bonus di 200 dollari per ogni impresa che avesse scelto di aderire alla rete.  

Come ricordavamo, anche l’Australia fa parte della rete, ma non si è limitata a questo: infatti, nello stato australiano l’utilizzo di Peppol va di pari passo con l’obbligo di fatturazione elettronica. Attualmente, l’obbligo riguarda solo il settore B2G, ma è recente la decisione delle autorità locali di introdurre la fattura elettronica obbligatoria anche in ambito B2B e sempre attraverso i canali e i formati Peppol. L’obbligo coinvolgerà gradualmente le imprese australiane a partire dal 2023, interessando in un primo momento le imprese di maggiori dimensioni e attraverso step progressivi le aziende di medie e piccole dimensioni.  

Uno scenario in evoluzione: i prossimi step 

Quello di Peppol, quindi, è uno scenario in evoluzione sotto tutti gli aspetti. Non solo perché è in costante espansione e vede accrescere la partecipazione da parte di imprese e paesi in tutto il mondo, ma anche perché la comunità di OpenPeppol lavora a sempre nuovi progetti, proprio per garantire un’evoluzione continua degli strumenti e delle soluzioni tecnologiche a supporto di aziende e pubbliche amministrazioni.  

Peppol, infatti, oggi consente di gestire tutti i documenti commerciali legate alle procedure di procurement e di appalto. Ma la comunità sta anche lavorando per offrire nuovi strumenti, quali un efficiente sistema di CTC (Continuous Transaction Control), collegato al network e in grado di offrire alle autorità fiscali uno strumento interoperabile per il monitoraggio degli adempimenti fiscali e la gestione dei relativi dati.  

Una soluzione di questo tipo, integrata con le altre soluzioni Peppol già esistenti e in uso, consentirebbe alle autorità fiscali di acquisire le informazioni di cui hanno bisogno, limitando l’impatto legato alla creazione di un nuovo sistema e di conseguenza agevolando anche le piccole e medie imprese, che non dovrebbero effettuare onerosi investimenti per adeguarsi a nuovi sistemi. Tuttavia si tratta di progetti ancora in corso, non resta che da vedere dove ci condurranno.  

I punti di forza di Peppol 

Ma quali sono le ragioni che hanno determinato l’ampia e costante diffusione di Peppol? Quali i punti di forza che lo caratterizzano e che quindi ne rendono il candidato il migliore a supportare l’adozione della fattura elettronica da parte di un numero sempre maggiore di imprese e istituzioni?  

Certamente, tra le caratteristiche che contribuiscono a mettere Peppol ai primi posti quando si tratta di scegliere una soluzione per la fattura elettronica, troviamo le seguenti:  

  • Presenza di un set di specifiche tecniche e standard condivisi e manutenuti, di cui potersi avvalere. Ciò significa, da un lato, avere la garanzia di utilizzare un set di strumenti in grado di supportare l’interoperabilità tra aziende in tutto il mondo, favorendone la crescita; dall’altro, significa ridurre al minimo l’effort tecnologico per aziende ed enti pubblici, che non devono costruire da zero infrastrutture, piattaforme, specifiche tecniche e protocolli di scambio per le fatture elettroniche;  
  • Presenza di una comunità solida e in continua crescita, composta dai service providers e da esperti del settore, per un confronto costante. Come abbiamo potuto vedere nei paragrafi precedenti, la comunità Peppol non si ferma e al contrario, cercando di mettere a frutto il dialogo con gli operatori del mercato e le istituzioni di settore, promuove la continua innovazione, lavorando a nuovi progetti e soluzioni; 
  • Associazione OpenPeppol, che oltre a mantenere aggiornati gli standard, offre supporto e gestisce iniziative volte a stimolare la creazione di connessioni tra utenti e provider;  
  • Ultimo ma non ultimo, Peppol non è solo uno standard per la fatturazione elettronica, tutt’altro. Sono diversi i documenti che ad oggi è possibile gestire tramite Peppol, proprio per lo standard intende supportare lo scambio dell’intera gamma di informazioni e documenti a carattere commerciale. Ad oggi, dunque, oltre alla fattura Peppol offre tracciati per la creazione di ordini elettronici e di documenti di trasporto elettronici. Tali diversi tracciati sono nativamente integrati e interoperabili tra loro, perciò è possibile collegare una fattura ai rispettivi ordine e documento di trasporto, tracciando l’intera operazione e rendendola trasparente. In altre parole, attraverso Peppol è già possibile digitalizzare l’intero ciclo di procurement, con un unico set di specifiche tecniche e tramite una rete già consolidata e in espansione.   

In qualità di Access Point accreditato Peppol e di SMP (Service Metadata Publisher Peppol), Doxee fa parte della comunità di OpenPeppol e abilita aziende e pubbliche amministrazioni allo scambio di documenti di ordine tramite il network Peppol.