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Sostenibilità aziendale: cos’è e come raggiungerla 

sostenibilità aziendale

Sostenibilità aziendale: perché è importante

La sostenibilità aziendale è sicuramente non solo uno dei trend più importanti che i player economici dovranno cavalcare in modo deciso e credibile, ma è anche un elemento sempre più richiesto da parte dei consumatori per scegliere quale marchio acquistare e a quale azienda accordare la propria fiducia e il proprio appoggio sul mercato. 

Ovviamente, però, la sostenibilità aziendale è anche qualcosa di più profondo: è un nuovo tipo di approccio al business, che richiede alle aziende di ripensare alla propria organizzazione in modo trasversale, per ridurre l’impatto della propria attività sull’ambiente circostante. 

Per questa ragione, la sostenibilità aziendale è un tema molto serio e delicato, da affrontare con le dovute attenzioni e con tutto l’impegno che è necessario per implementare una trasformazione radicale di questo tipo. 

 

 

Una società sempre più green richiede aziende sempre più green 

Non è un mistero che la necessità di una svolta eco-sostenibile stia diventando sempre più pressante a tutti i livelli. 

Fenomeni come Fridays For Future che hanno mobilitato le fasce più giovani della popolazione in molte città, oppure il COP26 a Glasgow, che ha impegnato (quasi) tutti i principali Paesi del mondo e i relativi leader in uno sforzo congiunto per affrontare l’emergenza ambientale, sono tutti esempi di quanto la sostenibilità sia ormai un elemento costante nel dibattito pubblico e nella vita di tutti i giorni, a ogni livello. 

Questa attenzione, come si diceva, ha un chiaro e diretto riflesso anche sui comportamenti dei consumatori, che anche secondo le più recenti osservazioni sono diventati “eco attivi” (fonte: Ansa), ovvero si sentono responsabili per l’ambiente e modificano di conseguenza il proprio comportamento.

Basti pensare che secondo la ricerca #WhoCaresWhoDoes realizzata da Gfk, a livello internazionale una persona su cinque ha smesso di acquistare alcuni prodotti o servizi proprio alla luce del loro impatto negativo sull’ambiente o sulla società in generale.

Risultati molto coerenti con questo si raccolgono anche quando si sposta l’osservazione a livello nazionale: durante il 2020 i consumatori eco attivi sono aumentati ovunque, anche in Italia dove il segmento è di circa il 23%. 

Ma il trend è assolutamente in ascesa e non accenna a fermarsi. Si prevede, infatti, che nel giro di pochi anni i consumatori attenti e impegnati nella tutela dell’ambiente diventeranno il 40% di tutti i consumatori a livello mondiale. 

Una bella fetta della popolazione, che le aziende non possono certamente ignorare se vogliono rimanere a lungo competitive. Ma non solo.  

 

 

Tra il dire e il fare c’è di mezzo l’azienda 

C’è un’altra curiosa tendenza che dovrebbe spingere le società a prestare attenzione alla sostenibilità aziendale, che è quello del gap tra intenzione e azione. 

Detto in altri termini, buona parte dei consumatori esprime una assoluta volontà di impegnarsi per la tutela dell’ambiente, tuttavia spesso fatica a mettere queste intenzioni in pratica. Per converso, queste stesse intenzioni vengono proiettate anche verso gli altri e trasformate in doveri che devono essere soddisfatti dal governo (per il 28% di italiani) e dalle aziende (il 37%). 

Ciò significa che le aziende ora più che mai sono investite di un ruolo e di una responsabilità che prima certamente non avevano e di cui adesso devono rendere conto agli stessi consumatori per ogni singola scelta. Ma concretamente cosa può fare un’azienda per raggiungere effettivamente la sostenibilità aziendale? 

 

La sostenibilità aziendale richiede una trasformazione trasversale

In realtà, di cose che un’azienda può fare per diventare più sostenibile sono tante e possono interessare diversi aspetti del proprio business. 

Un’azione concreta può riguardare, ad esempio, le risorse energetiche impiegate, facendo in modo che alcuni settori o alcune fasi di produzione impieghino energia “pulita”, scegliendo magari fonti alternative o percorrendo la strada della autonomia energetica. 

Questo è quello che ormai da tempo fa Coop, installando sui propri edifici pannelli solari per produrre l’energia necessaria per gli uffici e per far funzionare alcuni punti vendita in Italia. 

Ma anche incrementare l’efficienza energetica è una via possibile, che si traduce nella realizzazione di impianti che permettono di risparmiare energia o di ridurne al minimo lo spreco, con un beneficio non solo ambientale, ma anche economico. 

E a proposito di vantaggi economici, un altro intervento può essere legato alla dematerializzazione. 

Quante tonnellate di carta vengono utilizzate all’anno dalle varie aziende per svolgere anche le operazioni più banali? La dematerializzazione ha lo scopo di sostituire il supporto cartaceo con quello digitale, in modo tale da ridurre l’utilizzo di inchiostri e carta. 

Ovviamente l’intero processo è molto più ampio, poiché richiede una trasformazione digitale dell’intera azienda, in modo tale da integrare efficacemente delle soluzioni che modifichino i flussi di lavoro evitando un effetto imbuto che una superficiale eliminazione della carta causerebbe. 

Da questo, si capisce anche che la stessa digitalizzazione è una delle possibili alternative che un’azienda ha per rendersi sostenibile, visto che la trasformazione digitale mette a disposizione degli strumenti che permettono di monitorare e controllare meglio ogni fase di lavoro, migliorandola.

In questo senso, infatti, le risorse digitali disponibili per le aziende possono essere impiegate anche per migliorare la gestione dei rifiuti, altro aspetto chiave della sostenibilità aziendale, legato a doppio filo a un nuovo modo di progettare i prodotti, in modo da rende l’intero processo più efficiente, riducendo gli scarti, e garantendo una vita più lunga ai prodotti stessi. 

 

Cinque aree su cui intervenire e cinque caratteristiche da avere 

In sostanza, ci sono tanti ambiti in cui un’azienda può intervenire per raggiungere la sostenibilità aziendale. 

Al netto dei diversi esempi visti sopra, si possono individuare cinque aree di attività in cui ogni player può impegnarsi per realizzare una strategia volta all’eco-sostenibilità: 

  1. la produzione di energia attraverso delle fonti alternative
  2. la gestione dei rifiuti e il recupero di scarti e prodotti 
  3. l’ottimizzazione della logistica e delle procedure aziendali interne
  4. l’innovazione progettuale del prodotto
  5. l’efficienza dei processi produttivi e nelle strutture adibite allo staff

È chiaro, dunque, che l’intervento richiesto per una svolta veramente green dell’azienda non è affare da poco, anzi richiede uno sforzo notevole e costante nel tempo, anche perché solitamente la sostenibilità aziendale non si limita alla componente ambientale, ma spesso coinvolge anche altri principi etici che con l’ambiente comunque si intersecano. 

Questa notevole complessità, si traduce in alcune caratteristiche che tutte le aziende sostenibili ed economicamente competitive devono sviluppare per mantenere una posizione di predominanza. 

A descrivere queste caratteristiche ci ha pensato il Sole24Ore in un suo articolo, ancora attuale, basato sulle osservazioni di MBS Consulting e che si possono sintetizzare come segue. 

La prima caratteristica irrinunciabile di una azienda sostenibile di successo è la visione di lungo periodo: trasformazioni come quella ambientale richiedono tempo e non possono essere adottate scorciatoie o soluzioni di comodo, poiché questo, come vedremo, può avere degli effetti molto negativi sull’azienda stessa. 

La seconda caratteristica è la perfetta conoscenza dei propri stakeholders, il che richiede un sistema di monitoraggio preciso, affidabile e costante, in modo tale che ci sia un bilanciamento tra tutte le necessità di business e non solo che convivono all’interno di un’azienda. 

Anche perché un’attività economica che sia anche sostenibile deve garantire un alto livello di soddisfazione a tutti gli stakeholders, che passa attraverso degli obiettivi coerenti con la visione di lungo periodo dell’azienda i quali devono essere condivisi non solo con il management, ma anche con l’intera forza lavoro. 

Un’altra caratteristica essenziale per raggiungere la sostenibilità aziendale, infatti, è il fatto di diffondere a tutti i livelli della propria azienda l’idea e la consapevolezza che l’obiettivo ultimo del business è quello di creare valore aggiunto per l’intero contesto in cui è inserito, ovvero tanto per gli stakeholders che sono coinvolti, quanto per il resto delle persone. 

Capirlo e trasmetterlo a tutti i livelli garantisce una maggiore consapevolezza da parte di tutti gli operatori e permette all’azienda di consolidare nel tempo la propria posizione competitiva. 

 

 

L’impegno concreto delle aziende quando si parla di sostenibilità aziendale 

Una volta che si è compresa questa parte teorica ci si può chiedere quali sono le attività che concretamente le aziende stanno mettendo in atto per ottenere la sostenibilità aziendale. 

Recentemente è stata realizzata dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano una ricerca – il progetto si chiama Green Tech –  proprio su questo tema, che ha intervistato 80 aziende per capire quale sia la rilevanza del tema sostenibilità per loro, quali sono le loro priorità e soprattutto in quale dei tanti ambiti in cui si concretizza la sostenibilità le stesse aziende si stanno impegnando effettivamente. 

In particolare, uno degli aspetti considerati più rilevanti è l’efficienza nell’impiego di fattori produttivi e nell’ottimizzazione energetica ed ambientale delle strutture, almeno secondo il 59% delle aziende intervistate (34% efficienza, 25% recupero).  

A seguire viene poi il tema del recupero e del riciclo che viene generalmente visto dalle aziende come un fattore chiave da mettere in campo per poter ridurre in modo decisivo i costi di produzione e non solo, visto che come si è già detto la questione dei rifiuti e della loro gestione è uno degli aspetti più delicati e complessi di ogni attività economica. 

Il tema energetico, invece, è più delicato e presenta qualche difficoltà in più: l’utilizzo ad esempio delle fonti rinnovabili è una green practice che ancora non sfonda in modo rilevante tra le aziende italiane, che spesso rinunciano a implementare determinate tecnologie energetiche anche a causa delle recenti evoluzioni normative che non stimolano l’economicità di investimenti e che rendono complessa e onerosa questa trasformazione. 

Tra l’altro, dalla ricerca emerge un altro dato interessante (e confortante), ovvero che la sostenibilità aziendale è diventata anche una voce di bilancio rilevante a cui le aziende italiane dedicano sempre più budget.

Circa 60 aziende, quindi la netta maggioranza, hanno dichiarato infatti di avere un budget dedicato non genericamente alla sostenibilità, bensì a dei progetti specifici il cui controllo ricade sulla direzione aziendale. 

Tuttavia, sono solo 22 le aziende che sottolineano di gestire il relativo processo di ripartizione, pianificazione e controllo di queste attività finanziate al proprio interno. 

 

Il salto che manca 

Questa mancanza di autonomia organizzativa viene scontata spesso dal punto di vista delle risorse impiegate, visto che nella quasi totalità delle aziende mancano ancora determinate professionalità come l’Environmental Manager, il Sustainability Manager o l’Energy Manager. 

Allo stesso modo, sono molto rari i casi in cui ci sia un team dedicato, così come non si è registrata in nessuna delle aziende intervistate la presenza di strutture organizzative dedicate o sistemi di misurazione per poter valutare le performance ambientali. 

Questo significa che di strada da percorrere ce n’è ancora tanta: non a caso oltre il 40% degli intervistati si considera bloccato a mezza via, cioè è riuscito a iniziare un percorso di sostenibilità, ma non è capace di concludere del tutto il processo avviato, sia sul piano tecnico che su quello organizzativo che dal punto di vista delle competenze. 

In altri termini, il buon inizio c’è, ma ora è giunto il momento di rispettare le premesse, poiché la sostenibilità aziendale non ammette mezzi termini. 

 

Una scelta che richiede una trasformazione integrale 

Come si è detto, la sostenibilità aziendale è un tema particolarmente caro a tutti i consumatori, il che comporta due conseguenze molto rilevanti per le aziende. 

Quella positiva è che la sostenibilità aziendale rappresenta una leva competitiva formidabile da usare sul mercato, poiché è fortemente posizionante e attrattiva per le persone. 

Quella “negativa”, invece, è che una volta imboccata, la trasformazione verso la sostenibilità aziendale deve essere compiuta per intero, non può essere semplicemente accennata o, peggio, solo annunciata e poi non rispettata.

Bisogna, cioè, evitare il greenwashing limitando il proprio intervento a delle vuote affermazioni di principio o delle operazioni frettolose e con uno scarso impatto sul piano dei benefici per l’ambiente e per il contesto in cui l’azienda è inserita. 

Comportamenti di questo tipo, infatti, non passano mai inosservati, soprattutto adesso che internet e i social non solo rendono i consumatori più attenti e capaci di smascherare queste strategie non oneste, ma forniscono anche un formidabile megafono con cui sollevare l’indignazione collettiva. 

Per questo, è importante che ogni azienda completi il proprio percorso e si renda sempre più sostenibile: ne va della sua stessa capacità di essere competitiva e credibile sul mercato. 

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